Da
Domenico Pizzuti abbiamo ricevuto una nota di riflessione sui caratteri della propaganda elettorale per le amministrative a Napoli, dove si sottolinea il ruolo delle associazioni nel vuoto dei partiti specialmente a livello di Municipalità.
Buona lettura!
LETTERE & COMMENTI: CACICCHI E MOVIMENTI
La posta elettronica in questo periodo elettorale è invasa da autopresentazioni di candidati o da presentazioni di fans dell’uno o dell’altro, da manifesti elettorali o punti di programma da parte di gruppi, associazioni e movimenti sottoposti ai candidati sindaci o a presidenti di Municipalità, da manifestazioni elettorali a cui sei invitato pressantemente a partecipare perché c’è un tuo amico tra i parlanti, ed ovviamente dai siti web dei candidati sindaci e delle loro liste a cui puoi attingere per tua scelta con un clic. Si tratta di una comunicazione politica che si estende per via elettronica (virtuale), predomina il carattere “personalistico” di questi inviti a sostenere l’uno o l’altro candidato, più che comunicazione programmatica da parte di liste o partiti, specialmente in sede di consultazioni amministrative, pur se inviato al tuo personale indirizzo elettronico. Confesso di non leggere gli sms che certo impazzeranno sui cellulari secondo gli indirizzari di singoli, comitati elettorali, partiti ed associazioni. Anche attraverso una programmata propaganda elettronica, rivolta a particolari platee di cittadini, Obama ha vinto la corsa alla Casa Bianca. Naturalmente non c’è paragone con il nostro contesto metropolitano per quanto riguarda qualità, competenze e carisma di candidati sindaci per la nostra bella città o alle presidenze delle varie Municipalità.
Nello stesso tempo in poco più di un mese, sui tabelloni comunali, e su tutti gli spazi disponibili si sono affacciati con i loro volti e pensierini una pletora di candidati ai consigli comunali e municipali, volti vecchi e nuovi, con qualche bella eccezione femminile, che si ricoprono l’uno con l’altro, che qualche volta riconosci perché del tuo quartiere o in quanto politici di lunga durata che si ripropongono da una elezione all’altra secondo personali fortune elettorali. A parte i noti perché attendati nei vari consigli, da dove sono spuntati gli altri/e che scendono nell’agone politico per un posto di consigliere al Comune o nei parlamentini municipali? E’ il problema del reclutamento del personale politico anche per le consultazioni amministrative su cui vogliamo richiamare l’attenzione con questi appunti di un cittadino “pensante”, che sembra avvenire sottocoperta in un altro mondo, senza controlli se non quello del consenso finale nell’urna, per carriera partitica o politica nelle istituzioni, per rappresentanza o sostegno da parte di categorie e movimenti, ambizioni personali con possibilità finanziarie o sostegno di “signori del voto”, senza escludere da parte di alcuni un impegno di servizio alla comunità nella vita amministrativa (Non mancano – a Dio piacendo - entusiasti per una Napoli migliore ed una “Scampia felice”). Non si può non rilevare nel contempo l’indifferenza circostante della cittadinanza e lo scarso dibattito pubblico se non sulle candidature “eccellenti”, con due autocanditature a sindaco di Napoli anche se con diverse origini e modalità (Lettieri e De Magistris) per appoggio dei rispettivi partiti, un prefetto “servitore dello Stato” inviato dal centralismo del PD per sanare le ferite delle contestate primarie, e un rettore di università designato dal terzo Polo in Campania.
Abbiamo insistito sul carattere personalistico della campagna elettorale nel confronto con i cittadini singoli o associati, perché in confronti pubblici con candidati sindaci ed alla presidenza della Municipalità promossi con ampia partecipazione di cittadini in questi giorni a Scampia dal Laboratorio politico “Scampia felice”, al di là del riconoscimento dell’opera di Comitati ed Associazioni nel quartiere, è emerso un rapporto diretto tra sindaci o candidati alla Presidenza della Municipalità (Cacicchi?)ed associazioni e comitati locali in quanto portatori di idee e proposte da assumere e realizzare, una sorta di rappresentanza civica che colma il vuoto dei partiti e può superare il clientelismo o assistenzialismo diffuso, teorizzato esplicitamente da alcuni movimenti recenti. Una responsabilità certo per le associazioni democratiche per vigilare sull’azione amministrativa dopo i risultati delle prossime consultazioni.
Dopo queste considerazioni affidate alla carta stampata, rimane un’ incertezza sofferta per la non esaltante campagna elettorale e la qualità della pubblica discussione su un progetto di Napoli. Andare allora a votare, per non darla vinta a chi?
Napoli, 11 maggio 2011